Codice del consumo e circolazione di modelli giuridici di Europa
| Autor | Valentina Colcelli |
| Cargo | Research fellow (Facoltà di Giurisprudenza, Università di Perugia); Ph.D (Università di Perugia); Avvocato. |
| Páginas | 159-192 |
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CODICE DEL CONSUMO E
CIRCOLAZIONE DI MODELLI
GIURIDICI DI EUROPA
Valentina Colcelli
SOMMARIO:
1. Considerazioni introduttive. 2. La c.d nullità di protezione. 3. Il diritto
di recesso nei contratti a distanza o stipulati fuori dai locali commerciali.
4. La comp ravendita di beni di consumo ed il dir itto al ripristino d ella
cosa vendu ta. 5. Perchè si può parlare in t ermini di rimedi degli artt.
modelli giuridici.
ABSTRACT:
In Italia, come noto, le previsioni comunitarie in materia di
consu mo s ono o ggi racco lte nel D. l gs. n . 20 6/200 5. Alc une
previsioni del Dlgs. 206/2005 avrebbero la caratteristica
propria del rimedio (remedies) E’ noto come , nel diritto p rivato,
l’approccio tradizionale del Common law ponga il rimedio davanti
al contrario dell’approccio tradizionale del Civil Law
di questo lavoro consistono, allora, nell’analizzare gli artt. 36,
64 e 130 del D. lgs . n. 206/2 005 (diritto al ripris tino della cosa
venduta, diritto di recesso nei contratti a distanza o stipulati fuori
dai locali commerciali, nullità di protezione) e se con quest’ultimi,
attraverso l’obbligo di conformazione al diritto proveniente
dall’Unione europea, si è introdotto nell’ordinamento italiano un
modello giuridico, quello dei remedies di origine anglosassone,
che non si ferma all’enunciazione di regole, ma pone l’attenzione
alla concreta applicazione di queste ultime anche, ma non
solo, attraverso l’attività dei giudici, in una Europa di crescente
circolazione di modelli giuridici.
160 JURÍPOLIS, año 2010, Vol. 1, No. 11.
1. Considerazioni introduttive.
E’ in atto tra i paesi europei una crescente circolazione di modelli
anche spontaneamente - tra i diversi ordinamenti che del sistema Europa
sistema d’integrazio ne delle fonti in terne ad opera dell’ordina mento
comunitario, sia dal l’in cide nza che sug li Stat i ad eren ti eser cita la
Convenzione euroepa dei diritti dell’uomo del 1957.
Seppur in uno scenario politico ed istituzionale diverso dall’attuale
- cor re va l ’an no 1 93 2- la ten de nz a odi er na d i co nta mi na zi one /
uniformazione delle legislazioni, trova riscontro anche nel pensiero di
uno dei padri della cultura giuridica contemporanea, Vittorio Scialojia:
“l’un ità del diritto europ eo è esi stit a. I l co sidde tto ‘dir itto com une ’
durato tut to il med ioevo ed oltre, e c he t raeva la sua s ostan za d al
diritto romano, ha dato l’orditura e lo stampo alla vita civile dei popoli
europei (…). Or quel ch’è stato, potrà e forse dovrà essere di nuovo.
La grande lezione della storia civile non deve andare perduta. Perché
quando una fondam entale unità del diri tto p otrà essere ripr istinata
e adeguata alle più progredite esigenze della vita moderna e del
continente europeo, noi potremo già considerare con mutato spirito la
1.
La normat iva italiana in tema di protezione del consumator e è in
modalità con cui in Europa si sta attuando una certa contaminazione
tra tradizioni e modelli giuridici diversi: il sitema di common law da un
lato, quello di civil law dall’altro.
In particolare questo lavoro nasce dalla lettura di un articolo di Patrick
O’Callaghan comparso qualche tempo fa sulla rivista European review
of private law2. E’ noto come, nel diritto privato, l’approccio tradizionale
del diritto attraverso la norma. Il sistema rimediale ricordato è riassunto
dal conosciutissimo broccardo ubi remedium ibi jus. Patric O’Callaghan,
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Valentina Colcelli. Codice del consumo e circolazione di modelli giuridici di Europa.
nel ricordato lavoro, sottolinea un cambiamento di prospettiva da parte
della giu risp ruden za ingle se r ispe tto all’impos tazi one trad izio nale
richiamata. Il sintomo del mutamento sarebbe rintraciabile nella nozione
di privac y proveniente del la giuri sprudenza della C orte eur opea dei
diritti dell’uomo.
L’autore afferma che in Inghilterra la lettura giurisprudenziale della
nozione di privacy di cui all’art 8 CEDU stia insediando la tradizionale
propensione del sistema inglese ad incentrare la controversia sui fatti
chiam ati a co rris pondere a qu elli prev isti nel la f orma pro cess uale
prescelta.
In alcun e se ntenz e3, i nf att i, s i ri nt rac ci a la t en den za a d un a
così l ’interesse di gi udici ingle si da lla r icerca dell a cor rispondenza
rimedio. Il riferimento è al caso Campbell4, dove la Corte ha proceduto
alla preventiva5
Secondo O’ Callaghan la ricerca pragmatica del diritto soggettivo
sarebbe mutuata dall’approccio della Corte di Strasburgo diretta alla
ricerc a me diata ed effett iva del f ine di tu tela che la norma inten de
perseguire6
I giudici inglesi, infatti, già in A v. B affermano espressamente che
alla luce del Human right Act del 1998 sia stata introdotta la necessità di
dell’art. 8 CEDU , i n un a s orta di rovescia ment o d ella tra dizi onal e
7.
Limitatamente ad alcune materie, il mutamento metodologico che
marginalmente sta interessando il sistema anglosassone, si riscontra
in senso inverso anche in Italia. Di qui la ragione del presente lavoro.
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